Sciopero del pane, a Bari vendite in calo di circa il 40%

Grande successo per lo "sciopero della pagnotta". Indetto dalle associazioni di consumatori Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, da stamattina è partito su tutto il territorio nazionale il boicottaggio all’acquisto del pane. Un bene che, insieme alla pasta e alla benzina, negli ultimi mesi ha subito un aumento del prezzo verticale. Solo a Bari, ad esempio, un chilo di pane è arrivato toccare quota 2,39 euro.
Secondo i dati elaborati da KRLS Network of Business Ethics su
commissione dello 'sportello del contribuente', nel capoluogo pugliese oggi si è verificata una contrazione delle vendite pari al 37, 5%. Un dato che va ben al di là di ogni previsione ottimistica degli organizzatori, alcuni dei quali riuniti da stamattina nel presidio di via Sparano.
Girando i supermercati, il malcontento dei consumatori si tocca con mano. “Oggi ho deciso di non acquistare il pane per protesta – racconta Vito Massi, residente al quartiere Murat -. Siamo arrivati alla follia dei prezzi, io e mia moglie cerchiamo di farcelo avanzare almeno per due giorni, così non si può andare avanti”.
Dello stesso umore una massaia del rione Madonnella, Angela Amendola: “Non si può più comprare niente - afferma - oggi ho acquistato solo due panini anziché il solito chilo di Altamura, eppure ho speso quasi un euro; Berlusconi faccia qualcosa”.
Aria pesante, anche al quartiere Libertà: “Non ho comprato nulla, ebbene che questi signori che vogliono speculare con il
commercio capiscano la crisi economica delle famiglie – dichiara Antonio C. -. Oltre il pane, anche il prezzo di carne e pesce è salito, roba da matti”.
Secondo quanto riportato dalla associazioni dei consumatori, su un campione di 2550 persone, quasi un italiano su due oggi ha rinunciato ad acquistare pane e pasta. L’8% ha addirittura evitato di fare la spesa. Cifre che però non convincono la Federazione italiana dei panificatori (Fippa) la quale, andando a monitorare il volume delle vendite, non ha registrato una contrazione significativa delle vendite. Dello stesso avviso il presidente di Assopanificatori, Mario Partigiani, che stamane ha dichiarato che "dalla fine del 2007 il prezzo del pane non è aumentato" e che "la dinamica rialzista del costo si è arrestata già dal mese di agosto".
Intanto oggi la Coldiretti ha diffuso i risultati di un’analisi svolta sui dati dell’”osservaprezzi” del ministero dello Sviluppo economico. Dallo studio dei documenti, si è notato come il prezzo di un chilogrammo di pane subisce una fluttuazione incontrollata e diversa a seconda della città: da 3,61 euro di Napoli si passa al 2,39 di Bari piuttosto che ai 3,47 di Bologna o a 2,71 di Palermo.
Una spia, secondo Coldiretti, del fatto che l'andamento del prezzo dipende in maniera marginale dal costo del grano.
La cui discesa è tale da essere collocata dagli analisti intorno allo 0,20 centesimi al chilo. Da qui si passa ai circa 3 euro al chilo del pane venduto al banco di un supermercato. Segnale evidente che qualcosa nella filiera non va.