Università, partita l'occupazione degli studenti

Contestata la proposta del Governo di trasformare gli atenei in fondazioni private

Lezioni interrotte, assemblee, volantinaggio e presidi stanno animando in queste ore la vita dell’università. Studenti, ricercatori e buona parte dei docenti all’unisono contestano la riforma che prevede, tra le altre cose, la conversione delle università pubbliche in fondazioni private: “L’università e la scuola non possono essere vendute al primo imprenditore, il sapere pubblico è l’architrave che sostiene lo sviluppo e il progresso del Paese”, ammoniscono alcuni studenti di Scienze politiche all'ingresso della facoltà. Con le nuove disposizioni contenute dalla legge 133/08, che prevede la trasformazione degli atenei in fondazioni di diritto privato, vengono inoltre introdotti massicci tagli al fondo di finanziamento per le spese di funzionamento degli Atenei: “In pratica – raccontano gli studenti - le università aumenteranno a dismisura le tasse e c’è il pericolo che vengano inoltre tagliati una serie di servizi strategici tra cui le convenzioni con il sistema del pubblico trasporto”.
Dopo un incontro all’interno dell’atrio dell’ateneo, l’associazione Unione degli Universitari (Udu) ha promosso un raduno davanti Scienze politiche per invitare il consiglio di facoltà ad agevolare le manifestazioni di dissenso previste per la settimana. "Chiediamo inoltre che gli organi di governo dell'Università e del Politecnico si esprimano con chiarezza per il ritiro della 133/08", si legge in un volantino.

Molto discusso nelle assemblee di stamattina il problema della stabilizzazione dei precari della ricerca. In base al disegno di legge Gelmini, approvato dalla Camera la settimana scorsa ed ora in discussione al Senato, 60 mila persone rischiano la disoccupazione se gli enti da cui dipendono non riusciranno a stabilizzarli entro il 30 giugno 2009. “Calcolando che gli atenei italiani hanno risorse già esigue rispetto al resto dell’Europa e che il decreto Gelmini taglia ancora di più il sostegno dello Stato alla vita universitaria, per molti di noi – spiega E.M., 32 anni ricercatore presso la facoltà di Giurisprudenza – si tratterà di abbandonare un sogno durato una vita, ossia un lavoro nel mondo della ricerca”.

A ciò si aggiunge che l'articolo 66 della 133/08 prevede delle limitazioni sul turn-over dei docenti universitari. In pratica, l'obiettivo del Governo è di limitare le assunzioni obbligando gli atenei ad acquisire un docente per ogni cinque professori che vanno in pensione. Le assemblee proseguono. La mobilitazione pure. Scatta l’applauso per un urlo di una studentessa di Lingue: “Non molliamo”.

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