THE MIST

Trasposizione di un romanzo di Stephen King, contiene tutti gli ingredienti tipici delle storie del maestro dell'horror psicologico: un gruppo di individualità diverse costrette da un evento drammatico a condividere uno spazio chiuso, con lo scopo di analizzare le dinamiche interpersonali. In questo caso sono alcuni cittadini di un villaggio del Maine a restare chiusi in un supermercato a seguito di un uragano, perchè si sta diffondendo una strana nebbia che uccide. Anche se all'inizio l'impressione è che si tratti del solito film splatter, poi ci si abitua ai mostri assetati di sangue e ci si rende conto che sono solo uno strumento funzionale a uno scopo altro da quello di spaventare: ciò che interessa al regista è la lettura dell'America di oggi anzi di tutto il mondo occidentale in cui l'iniziale solidarietà contro la distruzione imminente finisce con il frantumarsi in una miriade di prese di posizione dove l'ego e i condizionamenti sociali di origine prendono il sopravvento. In parole povere si arriva ad ammazzarsi a vicenda, come le bestie, dimenticando ogni dovere civico: spazzata via la società, l'uomo ritorna allo stato di natura. Ci sta pure una lettura politica: l'isteria collettiva porta la gente ad affidarsi a chiunque gli offra una soluzione, anche la più delirante e qui sta l'abilità degli strateghi di individuare e cavalcare le paure collettive per approfittarne o se è necessario, di fomentarle per trarne un tornaconto. Naturalmente i colpevoli del disastro sono i militari, in perfetto stile King: a causa di esperimenti segreti per stabilire contatti con un'altra dimensione, hanno creato un buco tra i 2 mondi che libera creature mostruose, ma non lo rivelano ai cittadini.