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Telefonia fissa, ok dell'Agcom all'aumento del canone
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Telefonia fissa, ok dell'Agcom all'aumento del canone
Giornata campale per la rete fissa italiana, con notizie buone e cattive per l'utente finale. Aumenterà il canone base Telecom Italia, di 1,26 euro al mese più Iva, a partire da febbraio. Da gennaio scatteranno invece gli impegni presi da Telecom Italia sulla propria rete, come previsto, dopo un anno di intense negoziazioni tra le parti.
Le due novità arrivano da Agcom (Autorità garante delle comunicazioni), riunita oggi in un consiglio che segna una pietra miliare per il futuro delle tlc italiane. Erano circa dieci anni, infatti, che non aumentava il canone alle famiglie. Agcom nelle scorse settimane aveva già dato un primo sì al rincaro, che adesso diventa ufficiale, perché è arrivato anche il nulla osta dalla Commissione Europea. L'ultima speranza per i consumatori quindi svanisce e ora c'è solo spazio per le polemiche: "E' un regalo a Telecom Italia, ingiustificato", dice a caldo Marco Pierani, responsabile rapporti istituzionali per Altroconsumo. Agcom ha accolto la richiesta di aumento, fatta da Telecom, per tenere conto dell'inflazione degli anni passati. "In realtà andrebbe calcolata solo l'inflazione del 2008", dice Pierani. "L'anno scorso - continua - Agcom si era già riunita per valutare modifiche al canone. Avrebbe dovuto diminuirlo, perché Telecom non era riuscita a raggiungere gli obiettivi di qualità che si era posta sulla rete fissa. L'ha poi lasciato invariato, però, appunto per tenere conto dell'inflazione. Adesso l'assurdo è che Telecom ha chiesto un aumento per aiutarli a rispettare obiettivi dati in precedenza e mai soddisfatti". Per il 2009 Telecom s'impegna a raggiungere un tasso di malfunzionamento delle linee fisse pari al 13,6 per cento (contro il 14,5 per cento realizzato nel 2008 e il 14,9 del 2007). L'idea è che parte dei guadagni ottenuti con il rincaro del canone andranno in investimenti sulla rete, sulla sua manutenzione e la riparazione.
Risulta però che l'aumento del canone sia stato votato quasi all'unanimità dai consiglieri di Agcom, con la sola opposizione di Nicola D'Angelo. "Valuteremo se ricorrere al Tar contro quest'aumento", dice Pierani.
Il prossimo scontro, con una riunione di consiglio prevista il 16 dicembre, sarà sul canone all'ingrosso (di "unbundling"). Quello cioè che gli operatori concorrenti pagano a Telecom per affittare il doppino telefonico dell'utente e fargli quindi offerte per voce e internet. Anche in questo caso Telecom ha chiesto il permesso di aumentarlo. Probabilmente ci riuscirà, ma si discute sul valore dell'aumento (da fonti ben informate, risulta che Agcom sarebbe favorevole a concedere un rincaro di 90 centesimi al mese). Di conseguenza, potrebbero aumentare i canoni che gli utenti finali pagano agli operatori alternativi a Telecom, se questi ultimi decideranno di ribaltare il rincaro sulle offerte al pubblico. Gli alternativi stanno già protestando contro l'eventualità e fanno notare che invece l'Autorità tlc spagnola ha appena imposto a Telefonica un ribasso del canone di unbundling.
Si è chiusa invece senza polemiche, almeno per ora, la vicenda degli impegni Telecom, che ha tenuto occupata Agcom e le parti per oltre un anno. Come previsto è filato tutto liscio: Telecom ha accolto le modifiche richieste da Agcom, che oggi quindi ha approvato il tutto definitivamente.
Da gennaio, la rete fissa Telecom diventerà quindi un'entità più indipendente. Gli operatori alternativi, che la utilizzano per fare le proprie offerte, saranno messi su un piano più paritario rispetto a Telecom Italia. Dovrebbe crescere di conseguenza la qualità e la varietà delle offerte concorrenti, al pubblico. Altra novità è che gli impegni includono anche la nuova rete in fibra ottica (Ngn, Next generation network) che dovrebbe portare offerte a 50-100 Mbps alle famiglie, a partire probabilmente da fine 2009, nelle principali metropoli. Significa che gli operatori alternativi potranno accedere anche alla rete Ngn di Telecom, in vari modi e a prezzi regolati dall'Autorità. Per esempio, mettendo la propria fibra nei cavidotti Telecom. Oppure - più economico - affittando la fibra passiva di Telecom dalla centrale urbana fino all'utente finale (in modo analogo a quanto fanno ora con il rame e con l'unbundling, con il vantaggio che lo stesso cavo di fibra può essere usato da più operatori).
Il prossimo scontro, che prenderà i primi mesi del 2009, sarà sul bitstream: cioè gli operatori lotteranno per poter accedere all'Ngn con una modalità ancora più economica, cioè senza mettere propri apparati in centrale né propria fibra ottica. Telecom ha già detto che vuole concedere il bitstream, a prezzi regolati, solo nelle zone dove sarà riconosciuto da Agcom operatore dominante sul mercato banda larga. La decisione spetterà ad Agcom, entro i prossimi sei mesi.
http://www.repubblica.it
Le due novità arrivano da Agcom (Autorità garante delle comunicazioni), riunita oggi in un consiglio che segna una pietra miliare per il futuro delle tlc italiane. Erano circa dieci anni, infatti, che non aumentava il canone alle famiglie. Agcom nelle scorse settimane aveva già dato un primo sì al rincaro, che adesso diventa ufficiale, perché è arrivato anche il nulla osta dalla Commissione Europea. L'ultima speranza per i consumatori quindi svanisce e ora c'è solo spazio per le polemiche: "E' un regalo a Telecom Italia, ingiustificato", dice a caldo Marco Pierani, responsabile rapporti istituzionali per Altroconsumo. Agcom ha accolto la richiesta di aumento, fatta da Telecom, per tenere conto dell'inflazione degli anni passati. "In realtà andrebbe calcolata solo l'inflazione del 2008", dice Pierani. "L'anno scorso - continua - Agcom si era già riunita per valutare modifiche al canone. Avrebbe dovuto diminuirlo, perché Telecom non era riuscita a raggiungere gli obiettivi di qualità che si era posta sulla rete fissa. L'ha poi lasciato invariato, però, appunto per tenere conto dell'inflazione. Adesso l'assurdo è che Telecom ha chiesto un aumento per aiutarli a rispettare obiettivi dati in precedenza e mai soddisfatti". Per il 2009 Telecom s'impegna a raggiungere un tasso di malfunzionamento delle linee fisse pari al 13,6 per cento (contro il 14,5 per cento realizzato nel 2008 e il 14,9 del 2007). L'idea è che parte dei guadagni ottenuti con il rincaro del canone andranno in investimenti sulla rete, sulla sua manutenzione e la riparazione.
Risulta però che l'aumento del canone sia stato votato quasi all'unanimità dai consiglieri di Agcom, con la sola opposizione di Nicola D'Angelo. "Valuteremo se ricorrere al Tar contro quest'aumento", dice Pierani.
Il prossimo scontro, con una riunione di consiglio prevista il 16 dicembre, sarà sul canone all'ingrosso (di "unbundling"). Quello cioè che gli operatori concorrenti pagano a Telecom per affittare il doppino telefonico dell'utente e fargli quindi offerte per voce e internet. Anche in questo caso Telecom ha chiesto il permesso di aumentarlo. Probabilmente ci riuscirà, ma si discute sul valore dell'aumento (da fonti ben informate, risulta che Agcom sarebbe favorevole a concedere un rincaro di 90 centesimi al mese). Di conseguenza, potrebbero aumentare i canoni che gli utenti finali pagano agli operatori alternativi a Telecom, se questi ultimi decideranno di ribaltare il rincaro sulle offerte al pubblico. Gli alternativi stanno già protestando contro l'eventualità e fanno notare che invece l'Autorità tlc spagnola ha appena imposto a Telefonica un ribasso del canone di unbundling.
Si è chiusa invece senza polemiche, almeno per ora, la vicenda degli impegni Telecom, che ha tenuto occupata Agcom e le parti per oltre un anno. Come previsto è filato tutto liscio: Telecom ha accolto le modifiche richieste da Agcom, che oggi quindi ha approvato il tutto definitivamente.
Da gennaio, la rete fissa Telecom diventerà quindi un'entità più indipendente. Gli operatori alternativi, che la utilizzano per fare le proprie offerte, saranno messi su un piano più paritario rispetto a Telecom Italia. Dovrebbe crescere di conseguenza la qualità e la varietà delle offerte concorrenti, al pubblico. Altra novità è che gli impegni includono anche la nuova rete in fibra ottica (Ngn, Next generation network) che dovrebbe portare offerte a 50-100 Mbps alle famiglie, a partire probabilmente da fine 2009, nelle principali metropoli. Significa che gli operatori alternativi potranno accedere anche alla rete Ngn di Telecom, in vari modi e a prezzi regolati dall'Autorità. Per esempio, mettendo la propria fibra nei cavidotti Telecom. Oppure - più economico - affittando la fibra passiva di Telecom dalla centrale urbana fino all'utente finale (in modo analogo a quanto fanno ora con il rame e con l'unbundling, con il vantaggio che lo stesso cavo di fibra può essere usato da più operatori).
Il prossimo scontro, che prenderà i primi mesi del 2009, sarà sul bitstream: cioè gli operatori lotteranno per poter accedere all'Ngn con una modalità ancora più economica, cioè senza mettere propri apparati in centrale né propria fibra ottica. Telecom ha già detto che vuole concedere il bitstream, a prezzi regolati, solo nelle zone dove sarà riconosciuto da Agcom operatore dominante sul mercato banda larga. La decisione spetterà ad Agcom, entro i prossimi sei mesi.
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Re: Telefonia fissa, ok dell'Agcom all'aumento del canone
passate a Tele2!!! io mi ci trovo bene da 2 anni.
Checco- Admin
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