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REPORT: 2 Novembre alle 21.30 su RAI TRE
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REPORT: 2 Novembre alle 21.30 su RAI TRE
Gentili telespettatori,
Vi comunichiamo che Report andra' in onda domenica 2 novembre alle 21.30 su RAI TRE.
La puntata si intitola ''L'EREDITA''' di Sigfrido Ranucci.
Spegnere le centrali dopo che il referendum dell'87 aveva abrogato il nucleare
e' costato agli italiani circa 9 miliardi di euro. Soldi usciti dalle
tasche delle famiglie con le bollette della luce per risarcire l'Enel
del mancato guadagno e per mantenere in sicurezza gli impianti, che
dopo 20 anni sono ancora li' con tutto il loro carico radioattivo.
Un'eredita' che nessun governo fino a oggi ha saputo affrontare. Ci
avrebbe dovuto pensare la Sogin, una societa' pubblica, nata nel 1999
al momento della privatizzazione da una costola dell'Enel. Il nucleare
era un ramo morto dell'azienda e presentarsi agli azionisti con un
fardello simile significava partire con il piede sbagliato, meglio
accollarlo alle famiglie. Ma fino a oggi la Sogin ha solo provveduto ad
allontanare le barre di combustibile dagli impianti e neppure da tutte.
Nella piscina della centrale di Caorso ce ne sono circa 700,
l'equivalente di 1.300 kg di plutonio. Altre 47 barre, contenenti 150
kg di plutonio sono in quella di Trino Vercellese: entrambe sono sulla
riva del fiume piu' grande d'Italia. Nella centrale del Garigliano non
sanno piu' dove mettere i rifiuti, in quella di Borgo Sabotino hanno il
problema della grafite radioattiva che non si puo' spostare se non si
trova il sito definitivo. A La Casaccia a 25 chilometri da Roma c'e'
il piu' grande deposito di rifiuti radioattivi d'Italia, circa 7 mila
metri cubi ed e' al limite. Ci sono poi 5 kg di plutonio che possono
essere usati per fini militari e che da due anni sono in un deposito
dove l'impianto antincendio, dopo aver provocato un'esplosione, deve
ancora essere omologato. All'Itrec di Rotondella, vicino Matera, da 30
anni un impianto e' attivo solo per mantenere in sicurezza le barre di
uranio e torio che gli americani ci hanno lasciato in custodia e di cui
non sappiamo cosa farne. A Saluggia l'impianto si trova sul greto della
Dora Baltea, in un sito che si e' allagato tre volte in 15 anni. Ma il
problema piu' grande l'hanno avuto per lo svuotamento di una vecchia
piscina che dal 2004 perdeva liquido radioattivo minacciando la falda:
avrebbe causato, secondo la testimonianza di un operatore intervistato
da Report, un centinaio di casi di contaminazione interna. Alla fine
sul nostro territorio si contano oltre 30 mila metri cubi di rifiuti
radioattivi, che diventeranno 120.000 dopo lo smantellamento delle
centrali previsto per il 2020. Tutta roba che dovrebbe essere
seppellita in un deposito nazionale. Nel 2003, dopo il fallimento di
Scanzano Jonico, il governo Berlusconi aveva dichiarato che sarebbe
stato ultimato entro dicembre 2008. Mancano 2 mesi alla scadenza e del
deposito nemmeno l'ombra. Tutto questo mentre la giostra del nucleare
si prepara a ripartire?
Per la rubrica ''Com'e' andata a finire?'' andra' in onda l'aggiornamento ''A NORMA DI LEGGE'' di Michele Buono e Piero Riccardi.
Nell'inchiesta del 2007 realizzammo un viaggio nella giustizia italiana penale e
civile, dal primo grado alla Cassazione: 9 milioni di processi pendenti
e il 45% dei processi penali che finisce per prescrizione. Sara' cambiato qualcosa?
La Goodnews si intitola ''AUTOSTRADE DEL MARE'' di Giuliano Marrucci.
A pochi chilometri dalla laguna di Marano, si nasconde l'area industriale
dell'Aussa-Corno. A fare la parte del leone sono 3 laminatoi, che
mobilitano ogni anno oltre un milione di tonnellate di ferro, che oggi
arriva via camion da Monfalcone. Da qui l'idea di un broker marittimo di
rilanciare il piccolo porto fluviale di San Giorgio Nogaro per far arrivare il ferro praticamente
dentro agli impianti ed eliminando circa 70.000 camion dalle strade.
Vi comunichiamo che Report andra' in onda domenica 2 novembre alle 21.30 su RAI TRE.
La puntata si intitola ''L'EREDITA''' di Sigfrido Ranucci.
Spegnere le centrali dopo che il referendum dell'87 aveva abrogato il nucleare
e' costato agli italiani circa 9 miliardi di euro. Soldi usciti dalle
tasche delle famiglie con le bollette della luce per risarcire l'Enel
del mancato guadagno e per mantenere in sicurezza gli impianti, che
dopo 20 anni sono ancora li' con tutto il loro carico radioattivo.
Un'eredita' che nessun governo fino a oggi ha saputo affrontare. Ci
avrebbe dovuto pensare la Sogin, una societa' pubblica, nata nel 1999
al momento della privatizzazione da una costola dell'Enel. Il nucleare
era un ramo morto dell'azienda e presentarsi agli azionisti con un
fardello simile significava partire con il piede sbagliato, meglio
accollarlo alle famiglie. Ma fino a oggi la Sogin ha solo provveduto ad
allontanare le barre di combustibile dagli impianti e neppure da tutte.
Nella piscina della centrale di Caorso ce ne sono circa 700,
l'equivalente di 1.300 kg di plutonio. Altre 47 barre, contenenti 150
kg di plutonio sono in quella di Trino Vercellese: entrambe sono sulla
riva del fiume piu' grande d'Italia. Nella centrale del Garigliano non
sanno piu' dove mettere i rifiuti, in quella di Borgo Sabotino hanno il
problema della grafite radioattiva che non si puo' spostare se non si
trova il sito definitivo. A La Casaccia a 25 chilometri da Roma c'e'
il piu' grande deposito di rifiuti radioattivi d'Italia, circa 7 mila
metri cubi ed e' al limite. Ci sono poi 5 kg di plutonio che possono
essere usati per fini militari e che da due anni sono in un deposito
dove l'impianto antincendio, dopo aver provocato un'esplosione, deve
ancora essere omologato. All'Itrec di Rotondella, vicino Matera, da 30
anni un impianto e' attivo solo per mantenere in sicurezza le barre di
uranio e torio che gli americani ci hanno lasciato in custodia e di cui
non sappiamo cosa farne. A Saluggia l'impianto si trova sul greto della
Dora Baltea, in un sito che si e' allagato tre volte in 15 anni. Ma il
problema piu' grande l'hanno avuto per lo svuotamento di una vecchia
piscina che dal 2004 perdeva liquido radioattivo minacciando la falda:
avrebbe causato, secondo la testimonianza di un operatore intervistato
da Report, un centinaio di casi di contaminazione interna. Alla fine
sul nostro territorio si contano oltre 30 mila metri cubi di rifiuti
radioattivi, che diventeranno 120.000 dopo lo smantellamento delle
centrali previsto per il 2020. Tutta roba che dovrebbe essere
seppellita in un deposito nazionale. Nel 2003, dopo il fallimento di
Scanzano Jonico, il governo Berlusconi aveva dichiarato che sarebbe
stato ultimato entro dicembre 2008. Mancano 2 mesi alla scadenza e del
deposito nemmeno l'ombra. Tutto questo mentre la giostra del nucleare
si prepara a ripartire?
Per la rubrica ''Com'e' andata a finire?'' andra' in onda l'aggiornamento ''A NORMA DI LEGGE'' di Michele Buono e Piero Riccardi.
Nell'inchiesta del 2007 realizzammo un viaggio nella giustizia italiana penale e
civile, dal primo grado alla Cassazione: 9 milioni di processi pendenti
e il 45% dei processi penali che finisce per prescrizione. Sara' cambiato qualcosa?
La Goodnews si intitola ''AUTOSTRADE DEL MARE'' di Giuliano Marrucci.
A pochi chilometri dalla laguna di Marano, si nasconde l'area industriale
dell'Aussa-Corno. A fare la parte del leone sono 3 laminatoi, che
mobilitano ogni anno oltre un milione di tonnellate di ferro, che oggi
arriva via camion da Monfalcone. Da qui l'idea di un broker marittimo di
rilanciare il piccolo porto fluviale di San Giorgio Nogaro per far arrivare il ferro praticamente
dentro agli impianti ed eliminando circa 70.000 camion dalle strade.
Checco- Admin
- Numero di messaggi : 793
Età : 45
Località : Putignano (BA)
Data d'iscrizione : 27.04.08
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