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La vera storia dell'Inter
Pagina 1 di 1
La vera storia dell'Inter
Senza rubare
Dal Blog di Beppe Grillo 23 Aprile 2007
Il fratello scarso è una figura ricorrente nella Storia
d’Italia. I parenti lo affidano di solito al fratello più sveglio che gli fa da
padre per tutta la vita. Massimo Moratti è il fratello scarso
dei fratelli scarsi. E’ riuscito ad offuscare persino Paolo
Berlusconi. Gli si perdona qualunque cosa, anche le intercettazioni a
Bobone Vieri. La famiglia per evitare danni lo ha
nominato presidente dell’Inter. Gli ha concesso un vitalizio di qualche decina
di milioni di euro all’anno per i giocatori. Lui è contento così.
Ogni tanto
il fratello maggiore Gianmarco gli chiede di mettere una firma sui
collocamenti. La gente si fida di lui, del suo aspetto da Bugs
Bunny buono. E così è stato anche per il debutto di
Saras in Borsa. I Moratti hanno incassato 1,7 miliardi di
euro, ne avevano bisogno per rinforzare la squadra. Il titolo fu
quotato a 6 euro in un momento di crollo del settore energetico. Chi lo comprò
perse il 12% in un solo giorno. Jp Morgan e Morgan Stanley, le
banche responsabili del collocamento, guadagnarono 12 milioni di euro a testa
grazie alle oscillazioni.
Riassunto: qualcuno decide che il prezzo di 6 euro
è giusto, i risparmiatori ci credono, comprano, perdono. I Moratti e le banche
ci guadagnano e la procura indaga. La Consob dov’era? Cardia
illuminaci.
Lo scudetto di ieri non lo ha vinto l’Inter. Infatti il marchio
non gli appartiene più da tempo. Lo ha venduto, dopo una rettifica a questo blog, alla Inter Brand
srl per 159 milioni di euro. La Procura sta indagando per l’ipotesi di
“buchi in bilancio per cui non ci sono indagati”. Sono
sicuro che è un’ipotesi che si dimostrerà priva di qualsiasi
fondamento. Massimo vince, ma senza rubare.
Dal Blog di Beppe Grillo 23 Aprile 2007
Il fratello scarso è una figura ricorrente nella Storia
d’Italia. I parenti lo affidano di solito al fratello più sveglio che gli fa da
padre per tutta la vita. Massimo Moratti è il fratello scarso
dei fratelli scarsi. E’ riuscito ad offuscare persino Paolo
Berlusconi. Gli si perdona qualunque cosa, anche le intercettazioni a
Bobone Vieri. La famiglia per evitare danni lo ha
nominato presidente dell’Inter. Gli ha concesso un vitalizio di qualche decina
di milioni di euro all’anno per i giocatori. Lui è contento così.
Ogni tanto
il fratello maggiore Gianmarco gli chiede di mettere una firma sui
collocamenti. La gente si fida di lui, del suo aspetto da Bugs
Bunny buono. E così è stato anche per il debutto di
Saras in Borsa. I Moratti hanno incassato 1,7 miliardi di
euro, ne avevano bisogno per rinforzare la squadra. Il titolo fu
quotato a 6 euro in un momento di crollo del settore energetico. Chi lo comprò
perse il 12% in un solo giorno. Jp Morgan e Morgan Stanley, le
banche responsabili del collocamento, guadagnarono 12 milioni di euro a testa
grazie alle oscillazioni.
Riassunto: qualcuno decide che il prezzo di 6 euro
è giusto, i risparmiatori ci credono, comprano, perdono. I Moratti e le banche
ci guadagnano e la procura indaga. La Consob dov’era? Cardia
illuminaci.
Lo scudetto di ieri non lo ha vinto l’Inter. Infatti il marchio
non gli appartiene più da tempo. Lo ha venduto, dopo una rettifica a questo blog, alla Inter Brand
srl per 159 milioni di euro. La Procura sta indagando per l’ipotesi di
“buchi in bilancio per cui non ci sono indagati”. Sono
sicuro che è un’ipotesi che si dimostrerà priva di qualsiasi
fondamento. Massimo vince, ma senza rubare.
Ultima modifica di dylan78 il Lun 29 Set 2008 - 19:17 - modificato 2 volte.
dylan78- Numero di messaggi : 245
Età : 46
Località : La mitica Putignano, famosa per aver dato i natali a Pierino de Roma e Stefan U Ross
Data d'iscrizione : 19.04.08
Re: La vera storia dell'Inter
Che Saràs, Saràs...
Dal Blog di Beppe Grillo 25 Settembre 2008
Scrivevo di emmemmme Massimo Moratti nel blog il 23 aprile 2007, diciassette mesi fa:“Ogni tanto il fratello
maggiore Gianmarco gli chiede di mettere una firma sui collocamenti. La gente si fida di lui, del suo aspetto da Bugs Bunny buono. E così è stato anche per il debutto di Saras in Borsa. I Moratti hanno incassato 1,7 miliardi
di euro, ne avevano bisogno per rinforzare la squadra. Il titolo fu quotato a 6 euro in un momento di crollo del settore energetico. Chi lo comprò perse il 12% in un solo giorno. Riassunto: qualcuno decide che il prezzo di 6 euro è giusto, i risparmiatori ci credono, comprano, perdono. I Moratti e le banche ci guadagnano e la procura indaga. La Consob dov’era? Cardia illuminaci.”
Emmeemme farfugliò
di querele contro di me di cui non ho avuto notizia. Quelle che ho comunque mi bastano.
Diciassette mesi dopo il post “Senza rubare”, il 23 settembre 2008, il consulente tecnico della Procura di Milano ha descritto l’operazione Saras in 400 pagine.Il consulente, come riportato da Repubblica: “ha ipotizzato che l’incasso della quotazione sia servito soprattutto a un ramo della famiglia, quello di Massimo
Moratti, per far fronte ai debiti dell’Inter. Con un contestuale danno per il mercato di 770 milioni di euro”.
In sostanza le azioni sono state quotate a un prezzo molto superiore al loro
valore. I Moratti e le banche hanno incassato. Chi ha comprato ha perso 770 milioni di euro.
Le banche hanno offerto un aiuto prezioso per la collocazione dei titoli. Le email sequestrate dalla magistratura:
- “E’ vitale che davanti al prezzo ci sia un
6”, Federico Imbert, Jp Morgan
- “Devi essere al corrente del fatto
che abbiamo ottenuto 1,6 miliardi di euro, cioè da entrambi i fratelli, ma uno
dei due deve ripagare 500 milioni di debiti, così quella parte non la vedremo
per lungo tempo” Emilio Saracco, Jp Morgan
- “Parlato a lungo con
Miccichè di Intesa. E’ contento del lavoro fatto insieme su
Saras e Intercos. E’ personalmente a disposizione per stimolare forza vendita
specialmente su Saras. Chiede di informarlo se vediamo problemi o sgranature.
Tiene ovviamente molto al successo data l’esposizione sua e di
Passera con i Moratti. E’ stato da lui Galeazzo Pecori Girali
di Morgan Stanley consigliando di non esagerare sul prezzo. Lui crede che lo
faccia per invidia nei nostri confronti” Federico Imbert, Jp
Morgan.
Che Saràs, Saràs …:
- Moratti, incasso 1,6 miliardi di euro
- Jp Morgan, incasso 26,7 milioni di euro
- Banca Caboto, incasso 18 milioni di euro
- Morgan Stanley, incasso 20,9 milioni di euro
- Azionisti, perdita 770 milioni di euro.
Dal Blog di Beppe Grillo 25 Settembre 2008
Scrivevo di emmemmme Massimo Moratti nel blog il 23 aprile 2007, diciassette mesi fa:“Ogni tanto il fratello
maggiore Gianmarco gli chiede di mettere una firma sui collocamenti. La gente si fida di lui, del suo aspetto da Bugs Bunny buono. E così è stato anche per il debutto di Saras in Borsa. I Moratti hanno incassato 1,7 miliardi
di euro, ne avevano bisogno per rinforzare la squadra. Il titolo fu quotato a 6 euro in un momento di crollo del settore energetico. Chi lo comprò perse il 12% in un solo giorno. Riassunto: qualcuno decide che il prezzo di 6 euro è giusto, i risparmiatori ci credono, comprano, perdono. I Moratti e le banche ci guadagnano e la procura indaga. La Consob dov’era? Cardia illuminaci.”
Emmeemme farfugliò
di querele contro di me di cui non ho avuto notizia. Quelle che ho comunque mi bastano.
Diciassette mesi dopo il post “Senza rubare”, il 23 settembre 2008, il consulente tecnico della Procura di Milano ha descritto l’operazione Saras in 400 pagine.Il consulente, come riportato da Repubblica: “ha ipotizzato che l’incasso della quotazione sia servito soprattutto a un ramo della famiglia, quello di Massimo
Moratti, per far fronte ai debiti dell’Inter. Con un contestuale danno per il mercato di 770 milioni di euro”.
In sostanza le azioni sono state quotate a un prezzo molto superiore al loro
valore. I Moratti e le banche hanno incassato. Chi ha comprato ha perso 770 milioni di euro.
Le banche hanno offerto un aiuto prezioso per la collocazione dei titoli. Le email sequestrate dalla magistratura:
- “E’ vitale che davanti al prezzo ci sia un
6”, Federico Imbert, Jp Morgan
- “Devi essere al corrente del fatto
che abbiamo ottenuto 1,6 miliardi di euro, cioè da entrambi i fratelli, ma uno
dei due deve ripagare 500 milioni di debiti, così quella parte non la vedremo
per lungo tempo” Emilio Saracco, Jp Morgan
- “Parlato a lungo con
Miccichè di Intesa. E’ contento del lavoro fatto insieme su
Saras e Intercos. E’ personalmente a disposizione per stimolare forza vendita
specialmente su Saras. Chiede di informarlo se vediamo problemi o sgranature.
Tiene ovviamente molto al successo data l’esposizione sua e di
Passera con i Moratti. E’ stato da lui Galeazzo Pecori Girali
di Morgan Stanley consigliando di non esagerare sul prezzo. Lui crede che lo
faccia per invidia nei nostri confronti” Federico Imbert, Jp
Morgan.
Che Saràs, Saràs …:
- Moratti, incasso 1,6 miliardi di euro
- Jp Morgan, incasso 26,7 milioni di euro
- Banca Caboto, incasso 18 milioni di euro
- Morgan Stanley, incasso 20,9 milioni di euro
- Azionisti, perdita 770 milioni di euro.
Ultima modifica di dylan78 il Lun 29 Set 2008 - 19:16 - modificato 1 volta.
dylan78- Numero di messaggi : 245
Età : 46
Località : La mitica Putignano, famosa per aver dato i natali a Pierino de Roma e Stefan U Ross
Data d'iscrizione : 19.04.08
Re: La vera storia dell'Inter
Calcio e cambiali
Dal Blog di Beppe Grillo 11 Novembre 2005
L'Inter di Moratti e del tronchetto
dell'infelicità, quest'ultimo onnipresente sui giornali a spiegarci che
la banda larga è il futuro dell'Italia quando negli altri Paesi è già presente,
e nelle università ad ammorbare gli studenti con i suoi discorsi, ha avuto un
lampo di genio.
Ha avviato un'operazione di "alta tecnica finanziaria". Ma vediamo i
fatti.
L'Inter ha chiuso il bilancio in rosso per 118 milioni di
euro. Mi immagino Moratti, Tronchetti, Buora e Facchetti chiusi nella
stanza a chiedersi: "e adesso che si fa?"
Facile, basta un po' di finanza creativa:
• Si cede in leasing per 10 anni il marchio
neroazzurro ad una banca (Banca Italease)
• Italease da' in
cambio 160 miloni di euro all'Inter
• L'Inter si impegna a
riprendersi il marchio con dieci comode rate e una commissione.
E paga subito il 20% a Italease pari a 32 milioni.
• 160 milioni incassati,
32 milioni di euro pagati, marchio ceduto in leasing e un po' di cambiali da
pagare e il rosso dello scorso anno non c'è più.
E bravi Moratti, Tronchetti. Avete aperto la strada ad un
nuovo miracolo italiano basato sulle cambiali.
Massimo Moratti mi ha inviato questa lettera che pubblico e della
quale lo ringrazio.
"Caro Beppe,
nel tuo Blog dell’11/11/05 ho trovato una notizia riguardante me, Tronchetti
e l’Inter in generale, a proposito di una operazione di leasing
con la Banca Italease. Mi permetto di risponderti personalmente per
confermarti che abbiamo studiato questa possibilità, con la
Banca da te citata, ma che non siamo arrivati a nessuna
conclusione. Per quanto riguarda, invece, le perdite
di bilancio dell’anno scorso, sono state già da me e dagli
altri azionisti appianate e così anche quelle potenziali dei primi mesi
dell’anno in corso. Rimane lo studio per valorizzare patrimonialmente il
marchio dell’Inter, cosa che continuo a considerare una buona
opportunità per la Società. Quindi, purtroppo, il miracolo finanziario a cui
accennavi non è accaduto e non può accadere.
A presto. Grazie."
Massimo Moratti
Dal Blog di Beppe Grillo 11 Novembre 2005
L'Inter di Moratti e del tronchetto
dell'infelicità, quest'ultimo onnipresente sui giornali a spiegarci che
la banda larga è il futuro dell'Italia quando negli altri Paesi è già presente,
e nelle università ad ammorbare gli studenti con i suoi discorsi, ha avuto un
lampo di genio.
Ha avviato un'operazione di "alta tecnica finanziaria". Ma vediamo i
fatti.
L'Inter ha chiuso il bilancio in rosso per 118 milioni di
euro. Mi immagino Moratti, Tronchetti, Buora e Facchetti chiusi nella
stanza a chiedersi: "e adesso che si fa?"
Facile, basta un po' di finanza creativa:
• Si cede in leasing per 10 anni il marchio
neroazzurro ad una banca (Banca Italease)
• Italease da' in
cambio 160 miloni di euro all'Inter
• L'Inter si impegna a
riprendersi il marchio con dieci comode rate e una commissione.
E paga subito il 20% a Italease pari a 32 milioni.
• 160 milioni incassati,
32 milioni di euro pagati, marchio ceduto in leasing e un po' di cambiali da
pagare e il rosso dello scorso anno non c'è più.
E bravi Moratti, Tronchetti. Avete aperto la strada ad un
nuovo miracolo italiano basato sulle cambiali.
Massimo Moratti mi ha inviato questa lettera che pubblico e della
quale lo ringrazio.
"Caro Beppe,
nel tuo Blog dell’11/11/05 ho trovato una notizia riguardante me, Tronchetti
e l’Inter in generale, a proposito di una operazione di leasing
con la Banca Italease. Mi permetto di risponderti personalmente per
confermarti che abbiamo studiato questa possibilità, con la
Banca da te citata, ma che non siamo arrivati a nessuna
conclusione. Per quanto riguarda, invece, le perdite
di bilancio dell’anno scorso, sono state già da me e dagli
altri azionisti appianate e così anche quelle potenziali dei primi mesi
dell’anno in corso. Rimane lo studio per valorizzare patrimonialmente il
marchio dell’Inter, cosa che continuo a considerare una buona
opportunità per la Società. Quindi, purtroppo, il miracolo finanziario a cui
accennavi non è accaduto e non può accadere.
A presto. Grazie."
Massimo Moratti
dylan78- Numero di messaggi : 245
Età : 46
Località : La mitica Putignano, famosa per aver dato i natali a Pierino de Roma e Stefan U Ross
Data d'iscrizione : 19.04.08
Re: La vera storia dell'Inter
Il caffè di Helenio Herrera
Dal Blog di Beppe Grillo 6 Settembre 2006
Parlare male di Facchetti in questi giorni è come bestemmiare
in chiesa. Non lo farò neppure io. Ma parlare della sua morte è invece doveroso.
Gli articoli dei giornalisti Grandi Firme, tutti
ugualimielosiioloconoscevoiolostimavoioavevoilsuocellulareemelotengomemorizzatoinmemoria,
farebbero probabilmente vomitare Giacinto.
Alessandro Gilioli dell’Espresso
ha pubblicato lo scorso anno un’intervista, dal titolo: “Pasticca nerazzura”, a Ferruccio
Mazzola, fratello di Sandro, che giocò per un breve periodo nell’Inter.
Ne riporto alcuni brani:
“... Ho vissuto in prima persona le pratiche a
cui erano sottoposti i calciatori. Ho visto l'allenatore, Helenio
Herrera, che dava le pasticche da mettere sotto la
lingua. Le sperimentava sulle riserve (io ero spesso tra quelle) e poi le dava
anche ai titolari. Qualcuno le prendeva, qualcuno le sputava di nascosto. Fu mio
fratello Sandro a dirmi: se non vuoi mandarla giù, vai in bagno e buttala via.
Così facevano in molti. Poi però un giorno Herrera si accorse che le sputavamo,
allora si mise a scioglierle nel caffè. Da quel giorno 'il
caffè' di Herrera divenne una prassi all'Inter”
“I miei compagni di allora
che si sono ammalati e magari ci hanno lasciato la pelle. Tanti, troppi... Il
primo è stato Armando Picchi, il capitano di quella squadra,
morto a 36 anni di tumore alla colonna vertebrale. Poi è stato il turno di
Marcello Giusti, che giocava nelle riserve, ucciso da un cancro
al cervello alla fine degli anni '90. Carlo Tagnin, uno che le
pasticche non le rifiutava mai perché non era un fuoriclasse e voleva allungarsi
la carriera correndo come un ragazzino, è morto di osteosarcoma nel 2000.
Mauro Bicicli se n'è andato nel 2001 per un tumore al fegato.
Ferdinando Miniussi, il portiere di riserva, è morto nel 2002
per una cirrosi epatica evoluta da epatite C. Enea Masiero,
all'Inter tra il '55 e il '64, sta facendo la chemioterapia. Pino
Longoni, che è passato per le giovanili dell'Inter prima di andare alla
Fiorentina, ha una vasculopatia ed è su una sedia a rotelle, senza speranze di
guarigione..."
"... nei campionati dilettanti, dove non esistono controlli:
lì si bombano come bestie. Quello che più mi fa male però sono i ragazzini...
ormai iniziano a dare pillole e beveroni a partire dai 14-15
anni. Io lavoro con la squadra della Borghesiana, a Roma, dove gioca
anche mio figlio Michele, e dico sempre ai ragazzi di stare attenti anche al tè
caldo, se non sanno cosa c'è dentro. Ho fatto anche una deposizione per il
tribunale dei minori di Milano: stanno arrivando decine di denunce di padri e
madri i cui figli prendono roba strana, magari corrono come dei matti in campo e
poi si addormentano sul banco il giorno dopo, a scuola. Ecco, è per loro che io
sto tirando fuori tutto".
Se Ferruccio Mazzola ha ragione ci sono in giro
dei delinquenti che drogano i ragazzi. Che gli inoculano i
tumori. Chi sono, per che squadre lavorano, da chi prendono gli ordini? Forse
Facchetti vorrebbe saperlo, forse anche noi.
Dal Blog di Beppe Grillo 6 Settembre 2006
Parlare male di Facchetti in questi giorni è come bestemmiare
in chiesa. Non lo farò neppure io. Ma parlare della sua morte è invece doveroso.
Gli articoli dei giornalisti Grandi Firme, tutti
ugualimielosiioloconoscevoiolostimavoioavevoilsuocellulareemelotengomemorizzatoinmemoria,
farebbero probabilmente vomitare Giacinto.
Alessandro Gilioli dell’Espresso
ha pubblicato lo scorso anno un’intervista, dal titolo: “Pasticca nerazzura”, a Ferruccio
Mazzola, fratello di Sandro, che giocò per un breve periodo nell’Inter.
Ne riporto alcuni brani:
“... Ho vissuto in prima persona le pratiche a
cui erano sottoposti i calciatori. Ho visto l'allenatore, Helenio
Herrera, che dava le pasticche da mettere sotto la
lingua. Le sperimentava sulle riserve (io ero spesso tra quelle) e poi le dava
anche ai titolari. Qualcuno le prendeva, qualcuno le sputava di nascosto. Fu mio
fratello Sandro a dirmi: se non vuoi mandarla giù, vai in bagno e buttala via.
Così facevano in molti. Poi però un giorno Herrera si accorse che le sputavamo,
allora si mise a scioglierle nel caffè. Da quel giorno 'il
caffè' di Herrera divenne una prassi all'Inter”
“I miei compagni di allora
che si sono ammalati e magari ci hanno lasciato la pelle. Tanti, troppi... Il
primo è stato Armando Picchi, il capitano di quella squadra,
morto a 36 anni di tumore alla colonna vertebrale. Poi è stato il turno di
Marcello Giusti, che giocava nelle riserve, ucciso da un cancro
al cervello alla fine degli anni '90. Carlo Tagnin, uno che le
pasticche non le rifiutava mai perché non era un fuoriclasse e voleva allungarsi
la carriera correndo come un ragazzino, è morto di osteosarcoma nel 2000.
Mauro Bicicli se n'è andato nel 2001 per un tumore al fegato.
Ferdinando Miniussi, il portiere di riserva, è morto nel 2002
per una cirrosi epatica evoluta da epatite C. Enea Masiero,
all'Inter tra il '55 e il '64, sta facendo la chemioterapia. Pino
Longoni, che è passato per le giovanili dell'Inter prima di andare alla
Fiorentina, ha una vasculopatia ed è su una sedia a rotelle, senza speranze di
guarigione..."
"... nei campionati dilettanti, dove non esistono controlli:
lì si bombano come bestie. Quello che più mi fa male però sono i ragazzini...
ormai iniziano a dare pillole e beveroni a partire dai 14-15
anni. Io lavoro con la squadra della Borghesiana, a Roma, dove gioca
anche mio figlio Michele, e dico sempre ai ragazzi di stare attenti anche al tè
caldo, se non sanno cosa c'è dentro. Ho fatto anche una deposizione per il
tribunale dei minori di Milano: stanno arrivando decine di denunce di padri e
madri i cui figli prendono roba strana, magari corrono come dei matti in campo e
poi si addormentano sul banco il giorno dopo, a scuola. Ecco, è per loro che io
sto tirando fuori tutto".
Se Ferruccio Mazzola ha ragione ci sono in giro
dei delinquenti che drogano i ragazzi. Che gli inoculano i
tumori. Chi sono, per che squadre lavorano, da chi prendono gli ordini? Forse
Facchetti vorrebbe saperlo, forse anche noi.
dylan78- Numero di messaggi : 245
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Data d'iscrizione : 19.04.08
Re: La vera storia dell'Inter
E non finisce qui....
I prossimi appuntamenti saranno su passaporti, false fidejussioni e false plusvalenze!!!
I prossimi appuntamenti saranno su passaporti, false fidejussioni e false plusvalenze!!!
dylan78- Numero di messaggi : 245
Età : 46
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Data d'iscrizione : 19.04.08
Re: La vera storia dell'Inter
Comunque questi post sull' INTEROPOLI stanno a dimostrare solo che oltre alle squadre già ritenute colpevoli e penalizzate dalla giustizia sportiva ( qui ci sarebbe da dire tanto) ce ne sono altre che vanno dicendo in giro che sono PULITE e ONESTE !!!!
dylan78- Numero di messaggi : 245
Età : 46
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Re: La vera storia dell'Inter
Passaporti falsi: patteggiano Recoba e Oriali
Dalla Gazzetta dello Sport 2006
UDINE, 25 maggio 2006 - Il Gip del Tribunale di Udine, Giuseppe
Lombardi, ha accolto la richiesta di patteggiamento dell'attaccante uruguayano
dell'Inter, Alvaro Recoba, e di Gabriele Oriali, responsabile dell'area tecnica
della società nerazzurra, infliggendo la pena di sei mesi di reclusione ciascuno
(sostituita con una multa di 21.420 euro) per i reati di concorso in falso e
ricettazione. I patteggiamenti sono stati definiti nell'ambito dell'inchiesta
sulle procedure seguite per far diventare comunitari giocatori che invece, nella
realtà, non avevano antenati in Europa. Nell'inchiesta, divisa in vari filoni,
sono coinvolte 31 persone, fra le quali 12 calciatori. Oltre al concorso in
falso per l'assenza di antenati in Europa, a Recoba e Oriali l'accusa contesta
il reato di ricettazione relativo alla patente italiana ottenuta dal calciatore
uruguayano, che faceva parte di un gruppo di documenti rubati negli uffici della
Motorizzazione di Latina.
Dalla Gazzetta dello Sport 2006
UDINE, 25 maggio 2006 - Il Gip del Tribunale di Udine, Giuseppe
Lombardi, ha accolto la richiesta di patteggiamento dell'attaccante uruguayano
dell'Inter, Alvaro Recoba, e di Gabriele Oriali, responsabile dell'area tecnica
della società nerazzurra, infliggendo la pena di sei mesi di reclusione ciascuno
(sostituita con una multa di 21.420 euro) per i reati di concorso in falso e
ricettazione. I patteggiamenti sono stati definiti nell'ambito dell'inchiesta
sulle procedure seguite per far diventare comunitari giocatori che invece, nella
realtà, non avevano antenati in Europa. Nell'inchiesta, divisa in vari filoni,
sono coinvolte 31 persone, fra le quali 12 calciatori. Oltre al concorso in
falso per l'assenza di antenati in Europa, a Recoba e Oriali l'accusa contesta
il reato di ricettazione relativo alla patente italiana ottenuta dal calciatore
uruguayano, che faceva parte di un gruppo di documenti rubati negli uffici della
Motorizzazione di Latina.
dylan78- Numero di messaggi : 245
Età : 46
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Data d'iscrizione : 19.04.08
Re: La vera storia dell'Inter
Tuttosport Agosto 2006
ROMA. Tranquilli, nulla è stato insabbiato o smarrito: la Federcalcio risponde
così ai tifosi della Juventus che hanno inviato alla procura di Roma un esposto
contro il commissario Guido Rossi, accusandolo di non avere replicato in tempi
brevi alle tante lettere spedite in via Allegri per chiedere un nuovo processo
contro l’Inter in merito all’illecito tesseramento di Alvaro
Recoba nella
vicenda dei falsi passaporti. «In Figc sono arrivate due lettere che sono state
tempestivamente smistate all’ufficio di competenza, nella fattispecie l’Ufficio
indagini », fanno sapere in via informale, puntualizzando che sono decine le
denunce e i ricorsi giunti da quando è cominciata la gestione Rossi e che,
considerato lo stato d’emergenza legato a calciopoli, un minimo di pazienza è
indispensabile.
La contestazione muove dal patteggiamento con cui il
25 maggio 2006
Recoba e il responsabile dell’area tecnica dell’Inter, Gabriele Oriali,
hanno sanato le proprie posizioni davanti al gip del tribunale di
Udine, Giuseppe Lombardi:
i sei mesi di reclusione sono stati sostituiti da
una sanzione pecuniaria di 21.420 euro per concorso in falso e ricettazione (la
patente italiana del giocatore risultava essere stata rubata negli uffici della
motorizzazione di Latina). L’anima del sito, Sergio Colautti,
e altri
frequentatori hanno quindi deciso di spedire una raccomandata a Rossi,
sostenendo che, sentenza alla mano, l’Inter aveva violato gli articoli 2 e 8
del Codice di giustizia sportiva e che dovevano essere applicate le pene
previste dal comma 1 dell’articolo 13, che vanno dalla penalizzazione
all’esclusione dal campionato di competenza. L’episodio, in realtà, è già stato
affrontato nell’ambito dell’ordinamento sportivo, tant’è vero che il 27 giugno
2001 Recoba ha subito la squalifica per un anno, sanzione ridotta il 12 ottobre
dalla Camera di conciliazione e arbitrato del Coni, dove sono stati concordati
quattro mesi di sospensione e, per la prima volta in Italia, l’assegnazione ai
lavori socialmente utili fino al 30 giugno 2002: l’uruguaiano aveva l’obbligo,
tra un impegno agonistico e l’altro, di essere testimonial per un calcio
senza violenza e razzismo. L’allora neonato organismo ridusse anche
l’inibizione di Oriali e l’ammenda per l’Inter ( da due miliardi di lire a un
miliardo e quattrocento milioni), applicando lo stesso metro di giudizio a
tutti gli altri personaggi e club coinvolti nella storia, diventata di dominio
pubblico nel settembre del 2000 quando due calciatori dell’Udinese, Alberto e
Warley,
vennero fermati all’aeroporto di Varsavia perché la
polizia scoprì che i loro passaporti portoghesi erano fasulli. Proprio il
fatto che la giustizia sportiva si sia già pronunciata, arrivando addirittura
a una sentenza di terzo grado, induce i vertici della Federcalcio a ritenere
che difficilmente l’Ufficio indagini deciderà di aprire una nuova inchiesta:
occorre vedere se ci sono gli estremi a livello giuridico, si sottolinea,
ritenendo piuttosto improbabile che possa essere accolta la richiesta dei tifosi
bianconeri, ovvero che venga assegnata all’Inter la sconfitta a tavolino per
tutte le partite in cui Recoba è stato utilizzato da “fuorilegge”. Non avendo
ricevuta risposta, come detto, Colautti ha presentato una denuncia alla procura
di Roma, decisione che ha infastidito non poco il commissario e i suoi
collaboratori che, puntualizzano, dedicano anche due ore al giorno a smistare
l’enorme mole di corrispondenza che invade le stanze della Federcalcio. Ma, a
provocare irrigidimento, c’è anche la sensazione che con questo genere di
iniziative si cerchi di indirizzare in un certo modo i verdetti che ancora
attende la Juventus, dalla conciliazione all’arbitrato: evitiamo di generare
confusione e di mischiare argomenti che nulla hanno a che vedere l’uno con
l’altro, è il messaggio fatto filtrare da Rossi e dai suoi vice.
Nell’esposto, si fa riferimento pure a un’intervista rilasciata dall’ex
terzino nerazzurro Grigorios Georgatos a un giornale greco, nella quale
accusava alcuni dei suoi ex compagni di aver fatto uso di anabolizzanti. L’Inter
smentì con decisione le affermazioni di Georgatos e tutto finì lì. Perché, si
domandano i tifosi juventini, non è stato aperto un fascicolo per approfondire
un tema tanto delicato e che ha visto coinvolta la loro squadra in seguito
all’inchiesta aperta da Raffaele Guariniello?
Questo, in ogni caso, è un
discorso che difficilmente avrà un seguito, così come le lamentele rivolte al
presidente del Coni, Gianni Petrucci,
per il passato di Rossi all’interno
del Consiglio di amministrazione dell’Inter.
Sull’altro versante, pronto
alla replica Sergio Colautti, 56 anni di Monfalcone in provincia di Gorizia,
che, con il figlio, si occupa di costruzione di sitiweb. Grande tifoso
juventino è lui che ha presentato l’esposto alla Procura della Repubblica di
Roma che ha spinto la Figc a riaprire il caso del passaporto falso di Recoba.
«Sono molto contento che la Federazione abbia preso in considerazione la mia
azione. Credo che a questo punto qualcosa dovrà accadere e che, così come si è
agito nei confronti della Juventus, ora toccherà all’Inter andare davanti ai
giudici ».
ROMA. Tranquilli, nulla è stato insabbiato o smarrito: la Federcalcio risponde
così ai tifosi della Juventus che hanno inviato alla procura di Roma un esposto
contro il commissario Guido Rossi, accusandolo di non avere replicato in tempi
brevi alle tante lettere spedite in via Allegri per chiedere un nuovo processo
contro l’Inter in merito all’illecito tesseramento di Alvaro
Recoba nella
vicenda dei falsi passaporti. «In Figc sono arrivate due lettere che sono state
tempestivamente smistate all’ufficio di competenza, nella fattispecie l’Ufficio
indagini », fanno sapere in via informale, puntualizzando che sono decine le
denunce e i ricorsi giunti da quando è cominciata la gestione Rossi e che,
considerato lo stato d’emergenza legato a calciopoli, un minimo di pazienza è
indispensabile.
La contestazione muove dal patteggiamento con cui il
25 maggio 2006
Recoba e il responsabile dell’area tecnica dell’Inter, Gabriele Oriali,
hanno sanato le proprie posizioni davanti al gip del tribunale di
Udine, Giuseppe Lombardi:
i sei mesi di reclusione sono stati sostituiti da
una sanzione pecuniaria di 21.420 euro per concorso in falso e ricettazione (la
patente italiana del giocatore risultava essere stata rubata negli uffici della
motorizzazione di Latina). L’anima del sito, Sergio Colautti,
e altri
frequentatori hanno quindi deciso di spedire una raccomandata a Rossi,
sostenendo che, sentenza alla mano, l’Inter aveva violato gli articoli 2 e 8
del Codice di giustizia sportiva e che dovevano essere applicate le pene
previste dal comma 1 dell’articolo 13, che vanno dalla penalizzazione
all’esclusione dal campionato di competenza. L’episodio, in realtà, è già stato
affrontato nell’ambito dell’ordinamento sportivo, tant’è vero che il 27 giugno
2001 Recoba ha subito la squalifica per un anno, sanzione ridotta il 12 ottobre
dalla Camera di conciliazione e arbitrato del Coni, dove sono stati concordati
quattro mesi di sospensione e, per la prima volta in Italia, l’assegnazione ai
lavori socialmente utili fino al 30 giugno 2002: l’uruguaiano aveva l’obbligo,
tra un impegno agonistico e l’altro, di essere testimonial per un calcio
senza violenza e razzismo. L’allora neonato organismo ridusse anche
l’inibizione di Oriali e l’ammenda per l’Inter ( da due miliardi di lire a un
miliardo e quattrocento milioni), applicando lo stesso metro di giudizio a
tutti gli altri personaggi e club coinvolti nella storia, diventata di dominio
pubblico nel settembre del 2000 quando due calciatori dell’Udinese, Alberto e
Warley,
vennero fermati all’aeroporto di Varsavia perché la
polizia scoprì che i loro passaporti portoghesi erano fasulli. Proprio il
fatto che la giustizia sportiva si sia già pronunciata, arrivando addirittura
a una sentenza di terzo grado, induce i vertici della Federcalcio a ritenere
che difficilmente l’Ufficio indagini deciderà di aprire una nuova inchiesta:
occorre vedere se ci sono gli estremi a livello giuridico, si sottolinea,
ritenendo piuttosto improbabile che possa essere accolta la richiesta dei tifosi
bianconeri, ovvero che venga assegnata all’Inter la sconfitta a tavolino per
tutte le partite in cui Recoba è stato utilizzato da “fuorilegge”. Non avendo
ricevuta risposta, come detto, Colautti ha presentato una denuncia alla procura
di Roma, decisione che ha infastidito non poco il commissario e i suoi
collaboratori che, puntualizzano, dedicano anche due ore al giorno a smistare
l’enorme mole di corrispondenza che invade le stanze della Federcalcio. Ma, a
provocare irrigidimento, c’è anche la sensazione che con questo genere di
iniziative si cerchi di indirizzare in un certo modo i verdetti che ancora
attende la Juventus, dalla conciliazione all’arbitrato: evitiamo di generare
confusione e di mischiare argomenti che nulla hanno a che vedere l’uno con
l’altro, è il messaggio fatto filtrare da Rossi e dai suoi vice.
Nell’esposto, si fa riferimento pure a un’intervista rilasciata dall’ex
terzino nerazzurro Grigorios Georgatos a un giornale greco, nella quale
accusava alcuni dei suoi ex compagni di aver fatto uso di anabolizzanti. L’Inter
smentì con decisione le affermazioni di Georgatos e tutto finì lì. Perché, si
domandano i tifosi juventini, non è stato aperto un fascicolo per approfondire
un tema tanto delicato e che ha visto coinvolta la loro squadra in seguito
all’inchiesta aperta da Raffaele Guariniello?
Questo, in ogni caso, è un
discorso che difficilmente avrà un seguito, così come le lamentele rivolte al
presidente del Coni, Gianni Petrucci,
per il passato di Rossi all’interno
del Consiglio di amministrazione dell’Inter.
Sull’altro versante, pronto
alla replica Sergio Colautti, 56 anni di Monfalcone in provincia di Gorizia,
che, con il figlio, si occupa di costruzione di sitiweb. Grande tifoso
juventino è lui che ha presentato l’esposto alla Procura della Repubblica di
Roma che ha spinto la Figc a riaprire il caso del passaporto falso di Recoba.
«Sono molto contento che la Federazione abbia preso in considerazione la mia
azione. Credo che a questo punto qualcosa dovrà accadere e che, così come si è
agito nei confronti della Juventus, ora toccherà all’Inter andare davanti ai
giudici ».
dylan78- Numero di messaggi : 245
Età : 46
Località : La mitica Putignano, famosa per aver dato i natali a Pierino de Roma e Stefan U Ross
Data d'iscrizione : 19.04.08
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